12 anni, qualcosa che non si dimentica


Negli ultimi tempi Takeshi si è ritrovato a pensare, libero da altri pensieri più cupi a suo padre, come doveva essere? La madre si era sempre rifiutata di descriverlo ma gli venne in mente che la sorella doveva averlo visto. Gli era entrato in casa e aveva messa incinta la madre, come poteva essergli sfuggito?
Cominció a fare ricerche sulla sorella, forse era l`unica che potesse dirgli la verità su suo padre e che volesse riscattarsi con lui tanto da dirglielo.
Scoprì che per la disperazione aveva cominciato a lavorare senza sosta, il lavoro le scacciava via I brutti ricordi, quando lui andò da lei semplicemente fu fissato per circa 10 minuti come se la sorella non credesse che lui fosse reale. Poi corse ad abbracciarlo, cosa che fece stare male Takeshi ma che aveva imparato a sopportare. (Lui odia essere toccato in generale ed essere abbracciato non lo fa affatto impazzire, ne ha ricevuti anche troppi di abbraccia in vita sua finora).
Dopo l`abbraccio gli chiese come mai fosse lì e lui gli disse, "Per perdonarti, se fai una cosa per me." Lei acconsentì, qualunque cosa, "Voglio sapere come si chiama mio padre, il mio vero padre.". La faccia di lei si corrugò a sentire quelle parole, "Saperlo ti farebbe solo stare male, non posso farti questo.". "Farmi stare male ma di che parli? Pensa a te stessa, farlo ti farebbe stare meglio, non vuoi il mio perdono?", "Tu non sai a quale prezzo stai vendendo il tuo perdono, tuo padre si chiamava Feayr era un Southern, ricordo che quando nascesti la mamma disse, almeno ha ripreso da me e non da quel mostro. Venne a trovarci una volta in cittá dopo che ti avevano lasciato in quel luogo, disse che aveva scoperto di avere un figlio e che voleva conoscerlo. Ci volle un po` ma gli dissero dov`eri in fondo credevano che volesse che andassi a vivere con lui, era meglio che rinnegarti in quel posto.
Disse che mamma e papà erano stati crudeli ma lui poteva esserlo ancora di più, disse che se proprio non ti volevano ora tu eri una sua proprietà, parlò di un gioco, disse che ci avrebbe spedito dei soldi per aiutarci economicamente ma che tu ne avresti sofferto. Disse che ogni redcopper significava un`ora passata con te, non puoi immaginare cosa io abbia provato a vedere quelle buste di soldi piene di monete, questo dall`età in cui avresti dovuto avere almeno 12 anni.". Scoppiò in lacrime a raccontare quelle cose ma Takeshi non disse niente, è stato abituato a piangere in silenzio, nessun abbraccio gli da conforto, come nessun bacio o nessun tocco, le disse che ora era perdonata e se andò senza dire altro.

Andò in un luogo tranquillo dove nessuno potesse vederlo e cominciò a ripensare ad ogni giorno e notte passati con lui, quello era suo padre? Da come gli parlava lo sembrava ma credeva che fosse per peggiorargli la sofferenza che glielo diceva non per davvero. Ora che la sorella gli ha detto ciò non può fare a meno di crederlo, gli passarono davanti agli occhi tutti momenti più brutti di quel periodo diciamo tutti perchè non ha ricordi felici di quel periodo...
Ripensò al giorno del suo 12° compleanno che era cominciato così bene, una torta, dei regali, la promessa che il padre era lì, si accorse in quel momento che era vero, il padre era lì, solo che suo padre era un malato e schifoso bastardo senza cuore. Questo gli fece capire perchè fosse così bravo a uccidere e a non provare pietá per chi secondo lui merita di morire.
Il giorno del suo 12° compleanno... il giorno più brutto della sua intera esistenza, gli dissero appunto dopo avergli fatto mangiare la torta che il padre lo aspettava in camera sua, lui corse veloce come il vento per la gioia. Si ritrovò nella stanza con un uomo probabilmente Western e un enorme scatolone, l`uomo gli disse che il padre voleva fargli una sorpresa e si era nascosto da qualche parte nella stanza. La sua innocenza gli fece credere che la sofferenza era finita, non avrebbe più rivisto Feayr, da quel giorno sarebbe stato libero.

Ovviamente lui aprì subito lo scatolone, era il luogo più ovvio dove potesse essere, ma quando vide l`interno dello scatolone cominciò a fissarlo con gli occhi iniettati di paura, c`era lui nello scatolone. Non fu neanche in tempo a girarsi verso la porta e correre che il Western aveva già chiuso a chiave la porta dall`interno, in quel momento ebbe così tanta paura da rimanere pietrificato.
Feayr uscí con un salto dallo scatolone, era completamente nudo, questo spaventò ancora di più Takeshi, lo strinse in un abbraccio e lo tirò sù, le parole che sentì prima che lo baciasse furono, "Piccolo mio questo compleanno lo ricorderai fino alla fine dei tempi.". Mentre succedeva tutto ciò il Western si era spogliato e si era avvicinato anche lui, quella fu la giornata più infernale in assoluto della sua vita, la speranza distrutta, l`unica cosa reale che gli rimase fu il dolore. Dolore di non aver potuto fare niente per impedire a quei due di fargli ciò che gli hanno fatto, paura per ogni singolo minuto che si riservasse il futuro poichè ormai sentiva dentro di sè solo rabbia e sofferenza.
Il Western se ne andò la sera, mentre l`altro rimase con lui tutta la notte, come se non potesse far vedere all`altro cosa voleva davvero fare, come se pensasse che dopo quello che era successo durante la giornata l`altro si potesse fare scrupoli della sofferenza di Takeshi.

Inferno, è qualcosa di relativo, nessuno sa davvero cosa possa essere, lui nemmeno ma probabilmente se gli chiedessero una definizione lui direbbe senza pensarci il giorno del mio 12° compleanno.

Ormai adulto pensa ancora a cosa lo spinse a non togliersi la vita, uno degli anziani del clan gli disse che secondo alcuni il suicidio era un gesto di grande vigliaccheria mentre per altri era un puro gesto di coraggio. Il fatto che non si fosse tolto la vita diceva di lui molte cose, disse che il suo spirito era così forte che non accettava di lasciarsi sconfiggere, per lui la sua resistenza doveva essere materia di orgoglio. Ripensando a quelle parole ritiene che fossero semplicemente per consolarlo, un cucciolo ferito al cuore a cui vengono poste delle fasce per fargli credere che possa farcela anche se il suo destino è già segnato.
Ora che sa questa cosa è come se le bende gli siano state strappate, come se gli avessero detto in faccia che per lui sarebbe stato meglio morire che vivere nel ricordo del passato.

Lui è nel solito parco, è come se fosse passata un`eternitá da quando lui e Amir si sono incontrati per la prima volta, almeno dall`esterno lui sembra cambiato più di quanto voglia ammettere.
È sera e lui è seduto sulla panchina, guarda un laghetto come se fosse incantato da questo, ha l`aspetto di uno che non dorme da giorni.
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1 | Jan 13th 2017 11:27
Karm
Karm Lui lo riguarda con un`espressione perplessa, °Perchè avrei dovuto colpire una papera? Se avessi voluto lo avrei fatto e in ogni caso io non vedo papere, quelli sono cigni.
Cosa ti hanno fatto di male quei poveri animali?° Sembra abbastanza depresso dalla sua voce.
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Karm
Karm °Immagino di non poteri giudicare, ognuno ha qualcosa che lo rende felice.° Quando lo colpisce lui guarda il sassolino che dopo averlo colpito cade a terra con aria assente, °Non ho mai avuto una moglie, ho problemi a dormire, incubi di qualcosa che a volte vorrei poter dimenticare ma che mi fa stare con i piedi per terra. Perchè mi fa ripensare da dove sono partito.
E tu come mai qui? Solo per divertirti un po` con i cigni?°
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Karm
Karm °Questo posto è rilassante quando non c`è nessuno e poi avevo bisogno di prendere un po` d`aria fresca.
Credevo che avessi di meglio da fare durante il giorno, l`altra volta sembravi così di fretta. °
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Karm
Karm °Neanche io sono uno schiavo, ricordi il mio capo sono io? Ho tutto il tempo libero che voglio. Ho una casa ma non si trova nel Nord ed essendo lontana dai miei obiettivi non la visito quasi mai.°
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Karm
Karm °Teoricamente potrei teletrasportarmi a casa mia quando voglio, quindi sarebbe superfluo vivere in una taverna o in mezzo alla strada? Ti sembro uno che possa vivere in mezzo ad una strada?°
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